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Covid Free: alla ricerca del protocollo per ripartire in sicurezza

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Lunedì 18 maggio 2020 è scattata in tutta Italia la tanto attesa Fase 2, il momento cioè della ripartenza di un sistema economico e produttivo completamente bloccato dal 5 marzo scorso per via della pandemia da Covid-19.

Il momento era atteso da molte aziende, ma soprattuto dai piccoli esercenti che più di ogni altro hanno pagato a caro prezzo la politica del lockdown imposta dal Governo. Bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, locali, ma non solo anche uffici, negozi, artigiani e commercianti hanno potuto tirare su le saracinesche per riprendere le proprie attività. In tanti però hanno deciso di continuare la chiusura in mancanza di chiarezza e di linee guida univoche.

I problemi posti dagli esercenti sono molti e non solo di natura economica. Anzitutto c’è il problema della responsabilità penale cui va incontro sempre e comunque il datore di lavoro nel caso di un infortunio sul lavoro macchiato da omissioni e negligenza dello stesso. In una nota del 16 aprile l’INAIL ha definito l’infezione da Covid-19 un infortunio sul lavoro e non una malattia professionale.

Questo ha creato malumori e paure nei datori di lavoro che potrebbero rispondere di reati non facilmente ascrivibili. Come si fa a contenere una pandemia in azienda? Come dimostrare che il dipendente contagiato ha preso il virus fuori dall’azienda e non dentro? Quali garanzie vengono fornite al datore di lavoro quando tutte le prescrizioni normative in materia di contenimento del rischio Covid sono rispettate?

Domande alle quali non è stata data risposta, almeno per il momento. Domande che devono impegnare il Governo a porre rimedio ad una situazione che potrebbe rivelarsi vessatoria per i datori di lavoro.

L’altro grosso problema sta nei protocolli mancanti. In realtà nell’ultimo DPCM del 17 maggio 2020, quello che ha di fatto avviato la Fase 2, il governo ha inserito linee guida abbastanza generiche che possono essere modificate dalle singole Regioni. Forse non era proprio questo il momento di assegnare la tanto attesa AUTONOMIA regionale, in un tema tra l’altro molto delicato che attiene alla profilassi internazionale, argomento demandato allo Stato per Costituzione. Ma questo è, e con questo bisogna fare i conti.

Ripartire dunque ma come? La normativa italiana è affidata al noto Protocollo per il contenimento del rischio Covd-19 negli ambienti di lavoro del 28 aprile 2020 firmato tra il governo e le parti sociali; e l’ultimo DPCM Fase 2 del 17 maggio 2020 con le linee guida allegate allo stesso. In questo quadro devono muoversi imprenditori e datori di lavoro, considerando altresì le circolari di INPS e INAIL.

E proprio da questo quadro prende le mosse la nuova nonché la prima in Italia, certificazione Covid-free per le aziende. Uno schema di protocollo pensato dalla società Acsq Certification Body di Milano (https://www.acsq.it). L’azienda milanese si occupa di certificazioni di sistema e rappresenta uno dei circa 180 organismi di certificazione riconosciuti e operanti in Italia.

Sulla base di questo schema, ACSQ potrà fornire, ad ogni società richiedente, la possibilità di certificare la conformità dei propri processi al Disciplinare Tecnico, così da garantire l’adozione di tutte le misure di contenimento necessarie per abbattere il rischio Covid-19 negli ambienti di lavoro. Una certificazione covid free può infatti garantire i propri dipendenti, clienti e fornitori di aver implementato un sistema di gestione (tarato sul disciplinare tecnico) in grado di recepire rigorosamente tutte le prescrizioni normative, le linee guida e i protocolli richiesti dalla normativa italiana.

Per ottenere il certificato covid free ed il bollino da affigere c’è da implementare un Sistema di gestione come prima cosa. Un Sistema di gestione è costituito da un insieme di prescrizioni, linee guida e documenti modulari che garantiscono il raggiungimento di alcuni standard prefissati. Se non si è in grado di sviluppare un Sistema di gestione sarà necessario ricorrere alla consulenza di una società specializzata. Tra queste Safetyone Ingegneria (https://www.safetyone.it) si occupa da molti anni di Sicurezza sul Lavoro, un settore attinente alla materia Covid.

Scopo prioritario è di supportare l’azienda nell’individuazione delle misure più coerenti ed efficaci in linea con le normative italiane di riferimento. La consulenza di una società come Safetyone Ingegneria garantisce la risoluzione dei maggiori problemi e l osvolgimento delle procedure necessarie per l’ottenimento del certificato covid-free.