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Il declino della centralità dei quotidiani nella nuova informazione

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Fra le tante previsioni che i maggiori esperti di media hanno affidato in questi giorni a Nieman Lab, colpisce quella che riguarda la fine dei quotidiani come pubblicazioni, appunto, quotidiane e la loro trasformazione in periodici con frequenza bi o tri-settimanale. Non è una novità il fatto che alcuni quotidiani americani abbiano cominciato a modificare la frequenza di uscita nelle edicole. Ma, al di là dei problemi di risparmi nei costi di carta, inchiostri, stampa, diffusione, ecc., quello che colpisce è il totale cambiamento di quadro che si profila.

Insomma la morte del concetto stesso di quotidiano che, da strumento centrale e più autorevole della diffusione del discorso giornalistico, finirebbe per ridursi a una delle tante fonti di informazione, una fonte sostanzialmente di nicchia.

Mentre, parallelamente, l’ intero modello economico dell’ industria giornalistica centrato sulla stampa cederebbe il passo a quello basato sul digitale. Martin Langeveld, che affronta la questione in un ampio articolo su Niemanlab (The Coming Death of seven-day publication), delinea uno scenario con quattro tendenze.

1) Entro la fine del 2015 meno della metà dei quotidiani americani continueranno ad uscire su carta sette giorni su sette.  La crescita rapida dell’ uso dei tablet e la comodità del consumo di informazione su questi dispositivi costringerà molte testate a ridurre a due-tre volte alla settimana la periodicità della pubblicazione cartacea.

2) Cresceranno le testate che adotteranno il  paywall, ma sarà sempre più evidente che un sistema di pagamenti che consente l’ accesso soltanto ai contenuti di un singolo giornale non è la risposta giusta. I paywall cominceranno quindi a trasformarsi in una sorta di diritto di membershipche consentirà agli abbonati  di accedere non solo ai contenuti ma anche a una serie di servizi e di vantaggi.

3) Nel quadro di un progetto che punta proprio al senso dell’ appartenenza, i  quotidiani cominceranno ad adottare il principio dei “jobs to be done” portato avanti dal Newspaper Next project (2005-2008) dell’ American Press Institute – secondo cui le strutture e le risorse delle testate giornalistiche dovrebbero essere impiegate per rispondere ai problemi e alle esigenze posti da lettori e inserzionisti.

4) Un approccio centrato sulla membership incoraggerà tra l’altro l’idea di un eventuale accesso a pagamento (o meno) a contenuti prodotti da una rete di organi di informazione, in cui l’ abbonamento digitale a una testata locale potrebbe fornire l’accesso anche a fonti regionali o nazionali oltre a notizie d’attualità da siti specializzati in affari, finanza, viaggi, sport, cibo, disegno,ecc.